Enciclopedia de la Literatura en México

Gli anni falsi

"Siamo venuti tutti a trovarmi". È con questa frase volutamente ambigua ed emblematica che inizia il romanzo breve Gli anni falsi. L'identità si può trasferire come un titolo di proprietà? Si può imparare a essere un altro? Il giovane Luis Alfonso ha lo stesso nome del padre morto, svolge il suo stesso lavoro e si sostituisce totalmente a lui, anche nella vita familiare e negli affetti. Diventa marito di sua madre e padre delle sue sorelle, mentre i suoi desideri personali vengono sepolti con lui. L'io narrante si sdoppia, e alla fine si triplica, nell'intreccio di rapporti, in una compulsiva ricerca di se stesso da parte del giovane nel continuo passaggio fra le identità. Si rivolge al padre in buona parte della narrazione, rivelando un amore struggente e disperato. In questo conflitto il giovane Luis Alfonso cercherà di sciogliersi dalle catene di una vita che non è sua, rifiutando i caratteri tipici del machismo (la condotta con le donne, le ubriacature nelle osterie, il cameratismo maschile, la pistola del padre che riceve in eredità). Gli ambienti descritti nel libro, quello familiare (il congelamento del ruolo passivo femminile nella famiglia messicana tipica e il conformismo religioso) e quello pubblico (il mondo politico corrotto e fatuo del Messico degli anni '80), sono apparentemente legati a un periodo storico ben preciso; in realtà la scrittura di Josefina Vicens, tagliente e ricercata, e la profondità della sua indagine rendono il romanzo attuale a prescindere dall'epoca in cui viene letto. È infatti il tema centrale di Gli anni falsi a essere senza tempo, e quindi sempre attuale: la complessità umana.

* Esta contraportada corresponde a la edición de 2008. La Enciclopedia de la literatura en México no se hace responsable de los contenidos y puntos de vista vertidos en ella.