Cos'è peggio, la brutalità con cui il maresciallo Belaunzaràn marcia verso la presidenza a vita, l'indifferenza sottomessa con cui il popolo ne favorisce l'ascesa, oppure la resistenza imbelle e ipocrita che gli oppone l'aristocrazia per difendere la propria libertà? "Ammazzate il leone" rappresenta un dramma classico, quasi si direbbe l'archetipo della lotta politica in una società arretrata: la disputa del potere tra un demagogo e la vecchia aristocrazia dagli umori svirilizzati per il lungo esercizio del dominio. Sullo sfondo, stanno le maschere distratte del popolo che crede solo di assistere a un episodio dell'eterno copione, mentre invece, con la sua assenza, è il personaggio decisivo.
Uno scrittore messicano che piacque a Sciascia e Calvino: ambientato in un'immaginaria isola caraibica, nel suo racconto l'eterna farsa del potere in una società arretrata.
Cos'è peggio, la brutalità con cui il maresciallo Belaunzarán marcia verso la presidenza a vita, l'indifferenza sottomessa con cui il popolo ne favorisce l'ascesa, oppure la resistenza imbelle e ipocrita che gli oppone l'aristocrazia per difendere la propria libertà? Ammazzate il leone rappresenta un dramma classico, quasi si direbbe l'archetipo della lotta politica in una società arretrata: la disputa del potere tra un demagogo - uomo nuovo, volontà di potenza fresca e accesa da ataviche astinenze - e la vecchia aristocrazia dagli umori svirilizzati per il lungo esercizio del dominio. Sullo sfondo, stanno le maschere distratte del popolo che crede solo di assistere a un episodio dell'eterno copione, mentre invece, con la sua assenza, è il personaggio decisivo. Ambientata in un'isola immaginaria dei Caraibi, la vicenda si svolge nel racconto di una vana e abitudinaria cospirazione contro il dittatore, ordita quotidianamente, tra un pomeriggio musicale e una serata al circolo, da caricature di oziosi proprietari terrieri di terre misere, di intellettuali privati del coraggio di pensare, di dame appariscenti e insignificanti. L'arrivo dagli Usa (col primo aereo visto sull'isola) di uno di loro, ma cresciuto all'estero e con fama di mente aperta e dongiovanni, vivacizza la scena. E la storia si accende di una serie di tentativi di attentati, tutti ridicoli, tutti destinati a finire in farsa o nella comica degli equivoci. Senza nemmeno il bagliore tragico della morte; con una piccola catarsi privata. Ibargüengoitia, un messicano della grande stagione di Gabriel García Márquez, e che si muoveva nel suo mondo, apprezzato particolarmente da Calvino e Sciascia, esprime la sua secolare amarezza meridionale nel grottesco, e con un linguaggio secco e sobrio quasi fino all'aridità.