Ecco un romanzo sfavillante e paradossale, che conferma Martha Cerda come una delle più creative scrittrici messicane e una delle voci più apprezzate anche in Europa della nuova narrativa latino-americana. Può un accessorio così banale come una borsetta essere capace di cambiare il mondo? Sicuramente sì, se riesce a contenere tutta la vita della sua proprietaria: certificati di nascita, matrimonio e morte, succhiotti dei figli, vecchi chewing gum rinsecchiti, ma anche calendari aztechi, la fonte dell'eterna giovinezza, e il manoscritto di questo stesso romanzo. Una distrazione, e con la borsetta della zia si ritrova a Parigi nel 1914, pronta a intervenire sugli eventi del mondo. Rispecchiate nelle vicende della borsetta, tante storie surreali e fantastiche, che ci restituiscono la ricchezza di suoni, colori e fantasmagorie della tradizione latino-americana, in una apoteosi dell'assurdo, che sarebbe sicuramente piaciuta a Italo Calvino.