Passione e lettura sono due parole attraverso cui è possibile nominare l'attività saggistica e poetica di Octavio Paz. L'autore non esita, però, a mettere subito in discussione i concetti che esse indicano: la passione è un metodo al di là di qualsiasi regola («non sappiamo nulla delle nostre passioni, solo che nascono con noi»); la lettura è solo momento preliminare della contemplazione, «che è la forma più alta della comprensione perché include vedere e capire». Nel solco della grande tradizione novecentesca, ogni saggio di Octavio Paz è un racconto della cultura. Un libro, un'opera d'arte, le scoperte dell'antropologia o della linguistica entrano a far parte del saggio di Octavio Paz con la stessa radicale necessità con cui un'esperienza di vita viene trasformata in poesia o racconto. L'autore, osservando i fenomeni della cultura, li vede e li comprende: ne fa una storia. In questo libro, Octavio Paz raccoglie tre studi che sono esemplari, come scrittura e punto di vista, dell'intera sua opera, di cui toccano altrettanti temi fondamentali. Il riso delle statuette precolombiane, le virtualità ermeneutiche della traduzione, il fenomeno della glossolalia nelle religioni primitive, le teorie linguistiche di Whorf, l'opera di de Sade sono le occasioni da cui parte un'interrogazione più generale su riso, linguaggio ed erotismo come costanti in multiforme trasformazione dell'essere storico dell'uomo.
Octavio Paz (Città del Messico, 1914) è stato a lungo, con incarichi diplomatici, in India e in Oriente. Poeta e saggista fra i più grandi del Novecento, è Premio Nobel per la letteratura 1990. Fra i suoi libri tradotti in italiano: Il labirinto della solitudine (1982), Vento cardinale (1984), Congiunzioni e dhgiunzioni (1984), Ignoto a se stesso (1988), Una terra, quattro o cinque mondi (Garzanti, 1988). Presso Garzanti sono in corso di traduzione diverse sue opere, fra cui: le poesie di El fuego de cada dia e il saggio su Sor Juana Inés de la Cruz o las trampas de la fé.