Città del Messico, anni Novanta. Scendendo in calle Ritorno 201 c’è un universo sconfitto e brulicante, solidale e febbrile, dove la speranza sembra l’ultima delle possibilità umane: qui Guillermo Arriaga ha trascorso gran parte della sua giovinezza e qui ha perso l’olfatto durante una rissa callejera. E il filo rosso che unisce queste quattordici storie è proprio la strada, a cui sono visceralmente legati tutti i personaggi di questi racconti: dall’anonimo narratore cieco di Nell’oscurità, innamorato della moglie anche se la sera lei torna a casa con addosso l’odore di altri uomini, al grande uomo solitario, protagonista di New Orleans, mal visto dai vicini, pronti a cacciarlo via perché di notte non tiene a freno le urla e di giorno cammina per la strada marcio di whisky; dal dottor Del Rio, medico scorretto e privo di etica che ritorna in vari racconti, all’adolescente dalle passioni incontenibili di In pace, intrappolato nell’amore: per la madre, per il padre e per due ragazze bellissime. Ritrovandovi molti dei contrasti e dei colori di Amores perros – il film che ha portato il talento dello sceneggiatore messicano al successo internazionale – il lettore verrà ancora una volta ipnotizzato dal mondo primitivo e pulsante di Retorno 201: un mondo sommerso cui Arriaga non smette di dar voce.